CAOS CLIMATICO: LE PRESSIONI POLITICHE E IL CLIMATEGATE

Molto spesso si sentono scienziati e climatologi affermare di subire enormi pressioni per distorcere o nascondere qualsiasi risultato scientifico: un sondaggio effettuato tra i climatologi mostra come "quasi la metà degli intervistati ha riportato pressioni per eliminare le parole 'riscaldamento globale' e 'cambiamento climatico' da una varietà di comunicati".
Ancora alcuni scienziati, sostenitori della teoria del riscaldamento globale, si sono dichiarati preoccupati dalle esagerazioni e dalle drammatizzazioni relative ai futuri effetti del surriscaldamento effettuate degli attivisti e dalla stampa.
[Immagine dauddebatt.files.wordpress.com]
Con Climategate si intende uno scandalo avvenuto il 20 novembre 2009 quando furono pubblicate on line un centinaio di mail estratte illegalmente dal server dell'Hadley Centre, uno dei maggiori istituti internazionali deputati allo studio del clima, e fortemente affiliato all'IPCC, il pannello intergovernativo voluto dall'ONU per monitorare gli studi sui cambiamenti climatici. Si trattò di 1000 mail e 3500 documenti riservati immessi nel web che crearono un grande scandalo.

Le informazioni "scottanti" che trapelarono riguardarono innanzitutto il  metodo, che emerse come un sistema di filtraggio lobbistico, in cui si facevano pressioni perché certi studi fossero posti all'attenzione della comunità internazionale.
Un'altra questione riguardò la gestione dei dati, di cui non furono mai messe a disposizione le serie temporali originarie, facendo così venir meno la riproducibilità dell'esperimento.
Infine l'accusa più grave verterebbe sulla manipolazione dei risultati da parte degli scienziati allo scopo di mostrare all'esterno un'immagine unitaria, omogenea e concorde sul riscaldamento globale e il cambiamento climatico.
[Immagine da meteoweb.eu]



Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Climategate
http://www.meteogiornale.it/notizia/16675-1-climate-gate-hadley-centre

RISCALDAMENTO GLOBALE E I MASS MEDIA

«La comunicazione è il naturale complemento della ricerca scientifica e il mezzo tramite il quale il discorso della scienza perde la sua astratta oggettività e acquista compiutezza» Galuzzi M., Micheli G., Monti M.T.(a cura di). Le forme della comunicazione scientifica. F. Angeli, Milano, 1998. Pag. 7
Come scrive il prof. Massimiano Bucchi nella sua recente opera "Scientisti e antiscientisti- Perchè scienza e società non si capiscono", il clima è diventato un master frame, ossia un punto di passaggio ineludibile del discorso pubblico e un punto di riferimento a cui agganciare i temi e le questioni più disparate.
Parlando del rapporto tra scienza e società, il cambiamento climatico e il riscaldamento globale rivestono un forte rilievo pubblico capace di orientare alcune dinamiche delle stesse comunità di ricerca: è un discorso che è diventato non solo una potente risorsa retorica a disposizione di vari attori e situazioni, ma anche un più ampio contesto discorsivo in cui, nella nostra società, si può riflettere.
[Immagine da lefotodiiaia.blogspot.com]
Questo ha fatto sì che termini come "riscaldamento globale" o "cambiamenti climatici" diventassero all'ordine del giorno: si tratta di una trasformazione di una tematica scientifica complessa in una notizia quotidiana proposta a tutti.
Ad esempio, in una ricerca condotta da Michela Luraschi e Giovanni Pellegri per l'Università svizzera italiana, nell'edizione delle 20.00 del telegiornale della Radiotelevisione svizzera italiana, nel 2007 e nel 2009 sono stati mandati in onda rispettivamente 73 e 44 servizi che avevano come parola chiave "clima" o "riscaldamento globale": ossia mediamente l'edizione principale del telegiornale presentava tutte le settimane un servizio sul tema.
Ancora, come cita il prof. Bucchi nel suo libro (cfr.), un'indagine del 2007 sulla copertura del tema del cambiamento climatico nella stampa quotidiana italiana, ha evidenziato un picco nella salienza del tema a partire proprio dal 2007, anno in cui avvenne la pubblicazione del Quarto Rapporto di Valutazione dell'Ipcc e l'inizio della conferenza mondiale sul clima a Bali; in cui uscì in tutta Europa il film - documentario "Una scomoda verità" con protagonista Al Gore (che di lì a breve ricevette il premio Nobel per la Pace). In questa ricerca emerge anche che la testata giornalistica italiana de "Il Corriere della Sera" diede visibilità a questa tematica con ben 292 articoli.
Il grafico mostra le statistiche delle ricerche in Google nel 2007 dei termini "climate change" (blu) e "Al Gore" (rosso).
Il grafico mostra le statistiche delle ricerche in Google nel 2007 dei termini "climate change" (blu) e "Ipcc" (rosso).

Ma quali sono le conseguenze di questa "particolare" attenzione dei media verso il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici?
Numerosi studi europei hanno dimostrato che la larga diffusione delle informazioni legate a queste tematiche non porta automaticamente ad un cambiamento di comportamento da parte dei cittadini e degli stati. Quel che avviene, piuttosto, è una forte effetto mediatico che, tramite immagini scioccanti, distorce la realtà: si parla di una drammatizzazione della problematica.
Ancora si può assistere ad una gerarchizzazione dell'informazione, in cui la forzata ripetizione di alcune informazioni da parte dei media vanno a determinare quali sono le tematiche importanti per il grande pubblico.
Per concludere, come sostengono Luraschi e Pellegri, la considerazione del ruolo dei mass - media è utile per ascoltare e capire la percezione pubblica di una problematica. Per i cittadini l'informazione e l'informarsi, il confronto e l'impegno partecipativo possono costituire un laboratorio educativo per apprendere la complessità ma anche l'incertezza di molte tematiche scientifiche.


Fonti:
M. Bucchi, Scientisti e antiscientisti - Perchè scienza e società non si capiscono, Ed. Il Mulino, 2010
M. Luraschi, g. Pellegri, Clima: la percezione dei cittadini tra scienza, mass media e società, Bollettino della Società ticinese di Scienze naturali, Vol.98, 2010